Nell’ultimo articolo abbiamo visto insieme quali sono i segnali di crisi da non trascurare per non correre il rischio di veder naufragare la tua relazione. Abbiamo detto che la distanza emotiva è certamente il pericolo più grande per una coppia, soprattutto se viene protratta a lungo e non riconosciuta.
Essendo il mio approccio come terapeuta e come coach molto orientato alle risorse e alle soluzioni, cioè a cercare il “come fare a…”, vorrei oggi riflettere con te su alcuni comportamenti e sulle abitudini che, se coltivati, possono rafforzare e far crescere il tuo rapporto di coppia.
Una relazione che funziona è fatta di buone abitudini
Il concetto di “buone abitudini” potrebbe suonare per qualcuno strano parlando di amore e di coppia, perché può evocare il senso di ripetitività, di sforzo oppure in qualche modo di noia. In realtà parliamo di buone abitudini come di atteggiamenti e di azioni efficaci che nutrono la relazione, mantenendola sana e sempre nuova, partendo da alcuni presupposti:
1) il primo presupposto è che una relazione di coppia è un organismo vivo che ha bisogno di attenzioni, cure e nutrimento per crescere e mantenersi in salute. Così come alcuni alimenti e alcune abitudini mantengono in salute il nostro corpo più di altri (pensiamo all’abitudine di bere durante la giornata e di fare regolarmente movimento per ossigenare il corpo rispetto all’abitudine di fumare), allo stesso modo ci sono alcuni comportamenti che possono far crescere e rinsaldare la nostra relazione d’amore e altri che alla lunga la possono distruggere. Un semplicissimo esempio potrebbe essere l’abitudine per una coppia di dedicarsi ogni giorno del tempo senza interferenze per guardarsi negli occhi e condividere le emozioni della giornata (magari dopo cena quando i figli “finalmente” dormono) rispetto all’abitudine di comunicare al volo mentre si è immersi nel fare qualcos’altro (i piatti, la cena, guardando la tv), e magari “scaricare le tensioni” chattando su facebook con qualcun altro, ognuno per conto proprio
2) un altro importante presupposto è che amare è un verbo attivo, cioè qualcosa che facciamo attivamente e consapevolmente, in maniera intenzionale. Questo presupposto va contro la convinzione diffusa che nel vero amore tutto accade spontaneamente e naturalmente, senza alcuno sforzo. Sono molte le persone che pensano che se le cose all’interno della coppia non funzionano è perché il partner “probabilmente non è la persona giusta”. Certo questo può essere, ma molto spesso sono i comportamenti e le abitudini che si instaurano nella coppia a non essere “quelli giusti”
3) il terzo presupposto è che i comportamenti e le abitudini si possono cambiare: noi possiamo cambiare.
Come? In quale direzione? A volte si tratta solo di farsi le domande giuste.
Se volete rafforzare la vostra unione e creare un rapporto di coppia davvero felice, una prima buona domanda che potreste farvi è chiedervi che cosa vi fa stare (o vi faceva stare) veramente bene insieme. Quali sono i momenti in cui tu e il/la tuo/a partner vi sentite o vi siete sentiti davvero uniti e innamorati? Cosa c’è o c’è stato in quei momenti di speciale? E cosa fai tu esattamente in quei momenti? E lui/lei? Cosa sapete fare in quei momenti speciali che in altri momenti invece non riuscite a fare?
Questi sono solo alcuni esempi di potenti domande che potete porvi. L’obiettivo è quello di individuare la vostra ricetta della felicità, estrapolare cioè dal ricordo dei momenti felici quali sono gli ingredienti che rendono certi momenti unici. Anna e Marco rispondono ad esempio che si sentono uniti soprattutto quando sono in viaggio, lontano dalla routine, quando affrontano insieme qualcosa di nuovo e si sentono liberi. Cosa fanno di diverso in quei momenti che in altri non fanno? Lei riesce a non pensare ai suoi genitori e ad affidarsi a lui, che organizza il viaggio come una sorpresa, lui riesce a dedicarsi completamente a loro due e staccare dal lavoro, così in quei momenti riescono ad essere completamente presenti l’uno all’altra, senza interferenze di altri ruoli.
Laura e Fabio rispondono che è nei momenti di difficoltà che si sono sentiti uniti, che hanno sentito la forza del loro amore. Lei in quei momenti riesce a fermarsi e ad ascoltare di più, a chiedere e dare sostegno e conforto, cosa che in altri momenti non sempre fa, assorbita nel fare, nell’organizzare la casa, i figli e il lavoro, lui riesce ad esprimere le sue emozioni e ad ascoltare quelle di lei, così si sentono molto vicini e uniti, e che insieme sono invincibili.
E voi? Quali sono per te e per il tuo/la tua partner i momenti straordinari? Prenditi il tempo per rispondere…
…perché individuati i momenti speciali il passo successivo è quello di individuare le azioni da mettere in campo per coltivare gli ingredienti e preparare ogni giorno la vostra ricetta per rendere il vostro rapporto felice. Infatti un po’ come in cucina o in tante altre cose nella vita, si tratta di riuscire a capire cosa ho fatto di particolare quella volta in cui quel piatto mi è riuscito particolarmente bene, quell’incontro di lavoro è stato un successo? Cosa facciamo in quei momenti in cui ci sentiamo davvero uniti e innamorati? Qual è la differenza che fa la differenza? Certi momenti speciali sembra che accadano senza che ne siamo consapevoli, ma siamo sempre noi i protagonisti, se riusciamo o siamo riusciti in un certo momento a sentirci e ad essere in un certo modo col nostro partner, ciò significa che possiamo esserlo ancora, se cerchiamo la formula dentro di noi e non deleghiamo a fattori e circostanze esterne. In questo modo, anziché aspettare le prossime vacanze, il passo successivo per Anna e Marco sarà quello di capire in che modo possono ricreare la dimensione del viaggio e della novità nel loro quotidiano. In particolare il compito di Anna sarà riuscire a mettere in secondo piano il suo ruolo di figlia e per affidarsi di più al suo compagno, e il compito di Marco sarà di coltivare la sua capacità di organizzare sorprese e dedicarsi alla sua compagna mettendo tra parentesi il suo lavoro. Per Laura e Fabio si tratterà invece di coltivare quotidianamente una diversa qualità di ascolto reciproco, un diverso ritmo ed equilibrio tra il “fare” e l’”essere”.
Per tutti si tratterà di sviluppare delle buone abitudini, cioè di praticare con costanza e quotidianamente le “buone azioni” che nutrono e fanno crescere il rapporto di coppia. All’inizio sarà faticoso, ci vorrà uno sforzo consapevole per uscire dai soliti schemi e introdurne dei nuovi. Ma come le vecchie abitudini e i vecchi modi di essere si sono affermati e consolidati attraverso la pratica, allo stesso modo nuove e più sane abitudini possono svilupparsi e sostituire le vecchie, se perseguite con costanza ed entusiasmo.